Propugnatore: studii filologici, storici e bibliografici di varii soci della Commissione pe'testi di lingua, Volume 1G. Romagnoli, 1868 |
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Fréquemment cités
Page 649 - E disser : Padre, assai ci fia men doglia, Se tu mangi di noi : tu ne vestisti Queste misere carni, e tu le spoglia.
Page 576 - Guido, i' vorrei che tu e Lapo ed io fossimo presi per incantamento, e messi in un vasel ch'ad ogni vento per mare andasse al voler vostro e mio...
Page 544 - Sovra candido vel cinta d'oliva Donna m'apparve, sotto verde manto, Vestita di color di fiamma viva.
Page 54 - La maladetta e sventurata fossa. Discesa poi per più pelaghi cupi, Trova le volpi si piene di froda, Che non temono ingegno che le occupi. Nè lascerò di dir, perch' altri va' oda: E buon sarà costui, se ancor s* ui ament a Di ciò, che vero spirto mi disnoda.
Page 555 - Non sarà tutto tempo senza reda l'aguglia che lasciò le penne al carro, per che divenne mostro e poscia preda; ch'io veggio certamente, e però il narro, a darne tempo già stelle propinque, secure d'ogn'intoppo e d'ogni sbarro, nel quale un cinquecento diece e cinque, messo di Dio, anciderà la fuia con quel gigante che con lei delinque.
Page 44 - Commento alla Divina Commedia d'Anonimo Fiorentino del secolo XIV, ora per la prima volta stampato, a cura di Pietro Fanfani.
Page 545 - Sì scoppia' io sott' esso grave carco, Fuori sgorgando lagrime e sospiri, E la voce allentò per lo suo varco. Ond' ella a me : Per entro i miei disiri, Che ti menavano ad amar lo bene, Di là dal qual non è a che si aspiri, Quai fossi attraversati, o quai catene Trovasti, per che del passare innanzi Dovessiti così spogliar la spene?
Page 351 - Dall' altra parte in fuor troppo s' approda. Maledetta sie tu, antica lupa, Che più che tutte l' altre bestie hai preda, Per la tua fame senza fine cupa ! O ciel, nel cui girar par che si creda Le condizion di quaggiù trasmutarsi, Quando verrà per cui questa disceda ? Noi andavam con passi lenti e scarsi, Ed io attento all' ombre ch' io sentia Pietosamente piangere e lagnarsi : E per ventura udi...
Page 546 - Ove convenne ch' io l' acqua inghiottissi ; Indi mi tolse, e bagnato m' offerse Dentro alla danza delle quattro belle, E ciascuna del braccio mi coperse. Noi siam qui ninfe, e nel ciel siamo stelle ; Pria che Beatrice discendesse al mondo, Fummo ordinate a lei per sue ancelle. Menrenti agli occhi suoi; ma nel giocondo Lume ch' è dentro aguzzeranno i tuoi Le tre di là, che miran più profondo.
Page 576 - Con quella ch' è sul numero del trenta, Con noi ponesse il buono incantatore : E quivi ragionar sempre d'amore; E ciascuna di lor fosse contenta, Siccome io credo che sariamo noi.