Opere del cardinale Pietro Bembo: Della volgar linguaSocietà tipografica de'Classici italiani, 1810 |
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abbia accenti Adunque aguto alcuna alquanto altra altramente altre altrui ancorachè antichi appo appresso avea avesse avvenire Bembo Vol Boccaccio buona Calmeta canzoni chè Cherere ciascuna Cicerone Cicilia Ciciliani comechè conciossiecosachè consonanti Corte Cortigiana credere Dante detto dico dire Ercole Ercole Strozza esso eziandio favella Federigo Fiorentino forestiero giudicio Giuliano gravità Greca Guido Cavalcanti guisa Huopo inquanto Italiani ivi fac ivi lin Laonde lettere libro lingua del secolo lingua Greca lingua Latina lingua volgare lode luogo maniera maraviglia medesi medesimo mente Messer mutato nazioni niuna Oltrachè parimente parlare parole peravventura perciocchè Perlaqualcosa Petrarca piacevolezza Pietro Bembo pigliando poco Poeta pogniamo popolo possa potuto predette preso primieramente prose Provenza Provenzali pure quan ragione rime rispose Romani scritto scrittori scrivere nella lingua secondochè Senzachè sieno significa sillabe simili simo spezialmente Strozza Toscana Toscano tosto trova uomini usanza usare usata vede veggo voci volgar lingua volgari
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Page 286 - CHIARE, fresche e dolci acque, Ove le belle membra Pose colei che sola a me par donna; Gentil ramo, ove piacque (Con sospir mi rimembra) A lei di fare al bel fianco colonna; Erba e fior, che la gonna Leggiadra ricoverse Co l'angelico seno; Aer sacro sereno, Ove Amor co' begli occhi il cor m'aperse; Date udienza insieme A le dolenti mie parole estreme.
Page 18 - Barbari tra sé lontanissime, essi a poco a poco della nostra ora une ora altre voci, e queste troncamente et imperfettamente pigliando, e noi apprendendo similmente delle loro, se ne formasse in processo di tempo e nascessene una nuova, la quale alcuno odore e dell'una e dell'altra ritenesse, che questa volgare è, che ora usiamo. La quale se più...
Page 23 - Ponente la favella provenzale ne' tempi, ne' quali ella fiorì, in prezzo e in istima molta, e tra tutti gli altri idiomi di quelle parti di gran lunga primiera1; con ciò sia cosa che ciascuno, o Francese o Fiamingo o Guascone o Borgognone o altramente di quelle nazioni che egli si fosse, il quale bene scrivere e specialmente verseggiar volesse, quantunque egli Provenzale non fosse, lo faceva provenzalmente.
Page 55 - ... massimamente nelle novelle, secondo le proposte materie, persone di volgo a ragionare traponendo, s'ingegnasse di farle parlare con le voci con le quali il volgo parlava, nondimeno egli si vede che in tutto '1 corpo delle composizioni sue esso è così di belle figure, di vaghi modi e dal popolo non usati, ripieno, che meraviglia non è se egli ancora vive, e lunghissimi secoli viverà. Il somigliante hanno fatto nelle altre lingue quegli scrittori, a...
Page 15 - Oltra che se è vero quello che io ho udito dire alcuna volta, che la nostra volgar favella stata sia eziandio favella medesimamente volgare a...
Page 43 - ... non si può dire che sia veramente lingua, alcuna favella che non ha scrittore.
Page 260 - Cavalcanti, de' quali tutti si leggono ora componimenti; e Guido Ghisilieri e Fabruzio bolognesi e Gallo Pisano, e Gotto Mantovano, che ebbe Dante ascoltatore delle sue canzoni, e Nino Sanese e degli altri, de* quali non così ora componimenti, che io sappia, si leggono. Venne .appresso a questi, e in parte con questi, Dante, grande e magnifico poeta, il quale di grandissimo spazio tutti adietro gli si lasciò. Vennero appresso a Dante, anzi pure con esso lui, ma a lui sopravissero, M.
Page 18 - Federigo, sapere appunto, che io mi creda, non si può, se non si dice che ella cominciamento pigliasse infino da quel tempo, nel quale incominciarono i Barbari ad entrare nella Italia e ad occuparla, e secondo che essi vi dimorarono e tenner piè, così ella crescesse e venisse in istato. Del come, non si può errare a dire che, essendo la romana lingua e quelle de...
Page 295 - O molto amato cuore, ogni mio uficio verso te è fornito; né più altro mi resta a fare, se non di venire con la mia anima a fare alla tua compagnia.
Page 273 - Ultimamente sovenutogli di quella voce, Onde, essendo ella voce più rotonda e più sonora per le due consonanti che vi sono, e più piena; aggiuntovi che il dire Sospiri, più compiuta voce è, e più dolce, che Sospir; così volle dire più tosto, come si legge, che a quel modo.