Dell'unificazione della lingua in Italia libri tre del prof. Pier Vincenzo Pasquini

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Successori Le Monnier, 1869 - 430 pages
 

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Page 240 - ... in Firenze per la maggior parte in dispregio: e mi ricordo io, quando era giovanetto che il primo e più severo comandamento che facevano generalmente i padri a...
Page 106 - ... più savi di questa città è stato detto e consigliato, in pubblica e privata adunanza, non doversi intraprendere le cose del Comune, se il concetto non è di farle corrispondenti ad un cuore, che vien fatto grandissimo perché composto dell'animo di più cittadini uniti insieme in un solo volere. » Arnolfo figlio magnanimo della Repubblica intese bene questo linguaggio che, come fu detto, pare de...
Page 43 - Ecco i due Guidi , che già furo in prezzo ; Onesto Bolognese ; ei Siciliani , Che fur già primi, e quivi eran da sezzo...
Page 251 - ... guai. E la radice è quest'unica: che la lingua italiana non fu mai parlata; che è lingua scritta e non altro, e perciò letteraria e non popolare ; e che se mai verrà giorno che le condizioni d'Italia la facciano lingua scritta insieme e parlata, lingua letteraria e popolare ad un tempo, allora le liti ei pedanti andranno al diavolo e dentro...
Page 126 - Seneca e Numa Pompilio. Ed il volgare di cui parliamo, il quale è innalzato di magisterio e di potenzia, innalza i suoi di onore e di gloria. E ch'el sia da magisterio innalzato, si vede, essendo egli di tanti rozzi vocaboli italiani, di tante perplesse costruzioni, di tante difettive pronunzie, di tanti contadineschi accenti, così egregio, così districato, così perfetto e così civile ridotto, come Cino da Pistoia e l'amico suo nelle loro canzoni dimostrano.
Page 295 - Se allo scrivere, che è pensato parlare, si può i dovuti artifici aggiugnere, senza tagliare i nerbi alla lingua, che sono le proprietà, come a me pare che noi facciamo scrivendo non in lingua nostra propria e viva, ma in quella comune italiana, che non si favello, ma s...
Page 417 - Ma benché la città gentile e la città santa concorrano insieme a formare il comune linguaggio, la parte ch'esse vi hanno non è uguale, perché la sostanza dell'idioma, le voci, le frasi, le proprietà, le movenze più vitali dello stile, sono toscane, e provengono donde esso idioma ebbe il suo nascimento : Roma non contribuisce a quest...
Page 365 - Ma quella lingua si chiama d'una patria, la quale convertisce i vocaboli ch'ella ha accattati da altri nell'uso suo, ed è si potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro; perché quello ch'ella reca da altri, lo tira a sé in modo che par suo.
Page 315 - Ragnar, cos'è, monna vocaboliera? — N. Oh! la roba, che l'uom mette e rimette, Che vien via per tropp'uso a fette a fette, Non ragna ella e mattina e giorno e sera? — A. Ragnar? non l'ho più udito, e non l'intendo. — N. Pur gli è chiaro: la rompa un ragnatelo, Poi vedrem se con l'ago i
Page 417 - Ora di queste due sorti di componenti , per ciò che spetta alla lingua italiana, la prima risiede in Firenze, e la seconda principalmente in Roma; quella, metropoli poetica e letteraria d'Italia, e sedia del vero idioma volgare nel senso onorato di tal parola ; questa, capitale civile e religiosa della Penisola, e albergo segnalato di quella favella, che fu chiamata romana da alcuni scrittori, ovvero cortigiana, aulica ed illustre. Ma benché la città gentile e la città santa concorrano insieme...

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